Villoresi.
Da trent'anni interpreto i grandi classici. Ho affrontato quasi
tutte le eroine tragiche nei luoghi antichi e grazie a rassegne come
la vostra. Era un incontro inevitabile. Inoltre sono legata
a Marzabotto
e alle sue campagne per tante ragioni.
La
prima è sicuramente quella la lega ai tragici eccidi di 70 anni fa.
Ho recitato anche, nella sala del consiglio comunale, lo
spettacolo "Io ho visto"
tratto dal libro di Pier Vittorio Buffa, che ha raccolto le
testimonianze degli ultimi sopravvissuti di tutte le stragi
d'Italia. Spettacolo intenso e doloroso, ma non si possono
dimenticare coloro che, per noi e la nostra libertà, hanno
sofferto e lottato. E bisogna ricordare i tragici, crudeli
errori della Storia, con la
speranza che non accadano mai più.
Poi
quelle colline sono territorio di ciclismo.
Al grande Coppi
ho dedicato uno spettacolo "Il mio Coppi" di Albe
Ros e Daniela Morelli, che
avvicina ed emoziona i più esperti ed esigenti appassionati
spettatori agli sportivi dalle mani e occhi rossi che a teatro forse
non c' erano mai stati. Un rito collettivo che ci ricorda un'Italia
del merito, dove si può anche litigare per lo sport ma tutti insieme
ci si rimbocca le maniche per tirare su i cocci e le case e spazzare
via le macerie.
C'è
qualcosa di Medea in Pamela?
Villoresi.
Chi non ha mai patito un abbandono? Chi non è mai stato
travolto dal dolore e dalla rabbia? In ognuno di noi c' e' un
po' di Medea: è veramente il personaggio più psichicamente
faticoso del teatri.
Affinché si compia il rito catartico quei sentimenti devono
esplodere nelle vene dell'interprete, proprio per mostrare
quanto sia terribile lasciarsi andare ai rovelli, alla
mortificazione, alla rabbia
al desiderio di vendetta;
soprattutto quando si prendono in ostaggio i frutti del sofferto
amore, cioè i figli.
Villoresi.
Le storie che echeggiano nei nostri condomini e messaggini dimostrano
che il problema è tutt'altro che superato, e le cronache ci
confermano questa tragica realtà. Lo spettacolo invita
a riflettere, ci mette
tutti, in parte carnefici e in
parte vittime, davanti ad
uno specchio.
L'adattamento di Michele Di Martino è essenziale,
immediato. Anche per questo, forse, lo spettacolo riesce
a coinvolgere intere platee di giovani.
Quali
sono i suoi prossimi progetti?
Villoresi.
In agosto uno spettacolo in ricordo della 1' guerra mondiale e
Memorie di una Schiava a Ravello, / in settembre il festival di
musica classica "Le x giornate di Brescia", / in ottobre il
melologo dedicato a Etty Hillesum e Edith Stein "La Matassa e la
Rosa" di Giuseppe Manfridi, musiche di Luciano Vavolo, con
l'orchestra e il coro de La Nuova Arca, / in novembre "Eva
contro Eva" / da dicembre fino a tutto febbraio "Il mondo
non mi deve niente" di Massimo Carlotto con Claudio Casadio / da
marzo, per i suoi 500 anni, uno spettacolo su Santa Teresa D'Avila,
che si sta realizzando dopo vent'anni di gestazione.
Pamela
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