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Nel teatro di paglia nuovi appuntamenti con i greci in terra etrusca. Gli spettacoli iniziano alle ore 21.00 - Alle ore 19.00, prima di ogni spettacolo, visita guidata al Museo e al parco archeologico a cura della Direzione del Museo. In caso di maltempo gli spettacoli si terranno al Teatro Comunale, via Matteotti 1, Marzabotto

Medea di Euripide

Come è iniziata la collaborazione con il Festival della Commedia Antica?
Villoresi. Da trent'anni interpreto i grandi classici.  Ho affrontato quasi tutte le eroine tragiche nei luoghi antichi e grazie a rassegne come la vostra.  Era un incontro inevitabile. Inoltre sono legata a Marzabotto e alle sue campagne per tante ragioni.
La prima è sicuramente quella la lega ai tragici eccidi di 70 anni fa.  Ho recitato anche, nella sala del consiglio comunale, lo spettacolo "Io ho visto"  tratto dal libro di Pier Vittorio Buffa,  che ha raccolto le testimonianze degli ultimi sopravvissuti di tutte le stragi d'Italia.  Spettacolo intenso e doloroso, ma non si possono dimenticare coloro che, per noi e la nostra libertà,  hanno sofferto e lottato.  E bisogna ricordare i tragici, crudeli errori della Storia, con la speranza che non accadano mai più. 

Poi quelle colline sono territorio di ciclismo.  Al grande Coppi ho dedicato uno spettacolo "Il mio Coppi" di Albe Ros e Daniela Morelli,  che avvicina ed emoziona i più esperti ed esigenti appassionati spettatori agli sportivi dalle mani e occhi rossi che a teatro forse non c' erano mai stati. Un rito collettivo che ci ricorda un'Italia del merito, dove si può anche litigare per lo sport ma tutti insieme ci si rimbocca le maniche per tirare su i cocci e le case e spazzare via le macerie.
C'è qualcosa di Medea in Pamela?
Villoresi. Chi non ha mai patito un abbandono?  Chi non è mai stato travolto dal dolore e dalla rabbia?  In ognuno di noi c' e' un po' di Medea: è veramente il personaggio più psichicamente faticoso del teatri. Affinché si compia il rito catartico quei sentimenti devono esplodere nelle vene dell'interprete,  proprio per mostrare quanto sia terribile lasciarsi andare ai rovelli, alla mortificazione,  alla rabbia al desiderio di vendetta; soprattutto quando si prendono in ostaggio i frutti del sofferto amore,  cioè i figli.
La tragedia può essere paragonata ad una storia di attualità?
Villoresi. Le storie che echeggiano nei nostri condomini e messaggini dimostrano che il problema è tutt'altro che superato,  e le cronache ci confermano questa tragica realtà. Lo spettacolo invita a riflettere,  ci mette tutti, in parte carnefici e in parte vittime,  davanti ad uno specchio. 
L'adattamento di Michele Di Martino è essenziale,  immediato. Anche per questo,  forse,  lo spettacolo riesce a coinvolgere  intere platee di giovani.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
Villoresi. In agosto uno spettacolo in ricordo della 1' guerra mondiale e Memorie di una Schiava a Ravello, / in settembre il festival di musica classica "Le x giornate di Brescia", / in ottobre il melologo dedicato a Etty Hillesum e Edith Stein "La Matassa e la Rosa" di Giuseppe Manfridi, musiche di Luciano Vavolo, con l'orchestra e il coro de La Nuova Arca, / in novembre "Eva contro Eva" / da dicembre fino a tutto febbraio "Il mondo non mi deve niente" di Massimo Carlotto con Claudio Casadio / da marzo, per i suoi 500 anni, uno spettacolo su Santa Teresa D'Avila, che si sta realizzando dopo vent'anni di gestazione. 
Pamela


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